6.05.2021

6.05.2021

switch to practise

More Posts from Appuntidicampo and Others

3 years ago

Comprendere vuol dire ridurre un tipo di realtà a un altro; che la realtà vera non è mai la più manifesta: e che la natura del vero traspare già nella cura che mette a nascondersi.

C. Lévi-Strauss, Tristi Tropici.


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2 years ago

È quello che è?

O è quello che dovrebbe essere?


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2 years ago

Mi chiedo se sono le risposte a disporsi lungo le traiettorie oppure se sia l'essere umano a ricavarle forza-(ta)mente...

Mi Chiedo Se Sono Le Risposte A Disporsi Lungo Le Traiettorie Oppure Se Sia L'essere Umano A Ricavarle
Mi Chiedo Se Sono Le Risposte A Disporsi Lungo Le Traiettorie Oppure Se Sia L'essere Umano A Ricavarle

Fig.1 - Casual Polar Bear Looking Through a Window || Fig. 2 Archillect


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2 years ago

]~[

La costituzione dell'intero avviene, inevitabil-mente, dalla ri-costituzione del complesso emotivo.

[○]

]~[

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4 years ago

Umani, troppo umani.

Sono arrivata alla seguente conclusione: tumblr è il social più umano su cui sono stata.

Sí lo so, vi ho rotto giá nel post precedente con la riflessione antropologia, tumblr e umani. Abbondare è sempre meglio, cit.

Dicevo.

Tumblr è il social che ti induce inevitabilmente ad "affezionarti" al mondo interiore delle persone: i racconti del quotidiano, le piccole o grandi sfide, i progetti futuri, le raccolte di pensieri... Si va a definire un setting e un'atmosfera così intima e personale, da non essere disturbata o violata...

vabbè la smetto con queste riflessioni da scrittrice squattrinata.

Vorrei, invece, aprirmi ad una riflessione, se me lo concedi. Per te: cosa significa condividere un post?

giuro che non sto facendo ricerche di mercato per conto di tumblr per migliorare servizi 💔. La mia è solo deformazione professionale h 24.

2 years ago

Lista de-gli apprendi-menti

life disegn

counseling

from score to stories

mito dell'interiorità


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3 years ago

| (Im)preparazione |

Cercavo di riflettere sul fenomeno del ghosting — Baudelaire sicuramente lo assocerebbe al «mal du siècle» — con questo termine si designano quelle sparizioni improvvise di persone con le quali si sta insieme o si sta iniziando un periodo di conoscenza.

Leggo spesso che la causa dell’atteggiamento del «fantasma» sia lo scarso interesse. A mio avviso questa interpretazione potrebbe essere una parziale verità. Per me le questioni sono molto più sfaccettate e complesse.

Non dovrebbe tanto essere una questione da declinare in queste forme: è nella cultura e nei modi di fare dell’uomo o della donna a farli agire così, perché sono essenzialmente degli idioti. Questa è semplicemente una giustificazione. È un po’ come quando — estremizzo — in passato gli antropologi interpretavano le usanze considerate “astruse” di alcune popolazioni, in virtù del fatto che fosse nella loro cultura, pertanto non indagavano criticamente quella pratica.

Se una persona “sparisce” la si giustifica. Invece perché non si inizia a far presente che il nostro secolo è impreparato e non sufficientemente pronto a relazionarsi con l’altro...?!

Non sono i rapporti a non essere più profondi, ma sono le condizioni presenti che permettono e legittimano comportamenti da “egoisti” e “irresponsabili”. Non è la persona di per sé cattiva perché dà indifferenza è l’interno sistema che glielo permette. Ad esempio, nel mio contesto culturale alcune interazioni possono svolgersi in contesti virtuali e le app su cui si può interagire delineano scenari in cui puoi non rispondere o puoi sparire senza dare una giustificazione all’altr*. Ciò lo si può riscontrare nei meccanismi del “visualizzato", "letto", "consegnato", "notifica a comparsa", "segna come da leggere". Diciamo che si svilupperebbe uno scenario in cui viene favorito l'atteggiamento di totale mancanza di responsabilità nei confronti dell’emotività e sensibilità altrui. Perché i creatori delle app di messaggistica decidono di inserire queste diciture?

Orbene, sto declinando la questione da un punto di vista essenzialmente culturale, in termini di come il mio contesto sociale rappresenta e mette in scena uno dei tanti modo di sviluppare le interazioni umane. Credo per cui che si dovrebbe iniziare a ragionare in maniera più approfondita su certi meccanismi di interazione sociale così “ovvi” e “naturali”.

Ps: Mi piacerebbe davvero conoscere il punto dei vista dei “fantasmin*”.


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3 years ago
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

Piero: Buonasera.

Vittoria: Sera.

Piero: Cosa stavi scrivendo?

Vittoria: Traduco un po' di roba dallo spagnolo.

Piero: Ah! E come si dice in spagnolo che vorrei salire da te?

Vittoria: Si dice che non puoi. Brutta lingua lo spagnolo, eh.

Piero: Io non capisco perché dobbiamo perdere il tempo così.

Vittoria: Neanch'io.

Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

Piero: Buonasera.
Piero: Buonasera.

L'Eclisse, 1962, Michelangelo Antonioni


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3 years ago

23:18 21/07/21

Buonasera carissima appuntidicampo! Qui il tuo lettore anonimo SB!

Innanzi tutto ti volevo ringraziare per aver dedicato del tempo a me e alle argomentazioni che ti ho proposto. Mi scuso se la mia risposta non è arrivata tempestiva ma ho avuto modo di leggere solo in giornata.

Riguardo la tesi devo dire che sei stata molto chiara a esporre la tua opinione e i fatti accaduti a quei poveracci degli indigeni che hanno avuto la sfortuna di approcciarsi alla cultura occidentale. Mi fa riflettere che l'arrivo degli occidentali nel "nuovo continente" ha portato solo danni alle civiltà già presenti sotto diversi punti di vista: psicologici, fisici, ambientali e soprattutto culturali, distruggendo buona parte di indentità a varie civiltà. Mi domando se gli Occidentali avessero avuto un approccio più alla pari e pacifico come sarebbe il mondo adesso...

Non vedo la tecnologia in maniera negativa, ha un'utilità indiscutibile nel mondo odierno e probabilmente nel futuro sarà ancora più utile, forse troppo... Credo che forse la tecnologia ci stia viziando troppo, abbiamo bisogno di meno energie mentali per trovare una soluzione a un problema, basta chiedere a Google e probabilmente trovi la soluzione, è sicuramente un vantaggio in termini di tempo certo, ma, a mio modestissimo ed ignorante parere, non è di aiuto per la nostra indipendenza. Percepisco che ormai il telefono sia come una estensione del nostro corpo ed ho il timore che in futuro possa diventare sempre peggio. Nei bambini ho l'impressione che un telefono o un tablet possa sostituire una cesta dei giochi, almeno è quello che ho notato secondo la mia esperienza, non credo sia qualcosa di positivo... Insomma ci sono tantissime problematiche evidenti che riguardano l'utilizzo inappropriato della tecnologia. Credo che in futuro le cose non miglioreranno e temo che le persone mano a mano diventeranno sempre meno autonome e più isolate. Mi auguro che un giorno questo problema venga affrontato in maniera più incisiva perché ho l'impressione che se ne parli troppo poco e anzi, ne venga spronato sempre più l'utilizzo. Spero che gli adulti di domani se ne rendano conto e che si cerchi un modo per trovare un equilibrio con l'utilizzo della tecnologia. Sinceramente a me pensare a quello che ci aspetterà in futuro un po' mi spaventa...

Concludo ringraziandoti nuovamente e augurandoti una buona serata. Ti ringrazio per il consiglio e provvederò a procurarmi il libro, ti terrò aggiornata in merito! Xoxo

Lettore anonimo SB

Lettore anonimo SB

Scusami per l'attesa. Questo scambio “epistolare”, credo che di qui a poco, si trasformerà in una rubrica come quelle che avevano gli intellettuali nei giornali del secolo scorso. Dopo questo parallelismo molto cringy-centrico: vado dritta al sodo.

Sì. Esatto. L’impatto è stato devastante. Ti aggiungo che a me rimase impressa la lezione su Cristoforo Colombo che quando sbarcò nelle Americhe iniziò a nominare tutto, come nel caso delle Bahamas che ribattezzò come “San Salvador”, senza essersi chiesto se quei luoghi avessero un nome. Che arrogante! Per dirti che la violenza non è solo fisica, ma è pervasiva…

Non ti posso che dare ragione sul fronte tecnologia. Interessante che la associ ad uno strumento che lobotomizza le nostre capacità intellettuali e creative. Non avevo provato a vederla così. La metafora del telefono come estensione del proprio corpo è molto ricorrente negli studi tra antropologia e oggetti. Ci serviamo degli oggetti ma anche gli oggetti si servono di noi, entrano silenziosamente nelle nostre vite e scandiscono i ritmi della quotidianità (se leggerai Etnografie in bottiglia troverai approfonditi questi punti. Ah ma com'é finita?)

Le criticità che sollevi mi danno da riflettere. È innegabile che i tempi vanno avanti e ciò che era positivo per un passato non è che debba esserlo per un presente: l’uomo è un essere in continuo movimento e non può sempre piegare il presente al passato. Penso a chissà quante cose del passato mi sono persa che non ho potuto vivere (tu infatti mi citi la cesta dei giochi, etc.) Ma ciò che è bene per me, non lo è per l’altro. Mi viene da chiederti: hai creato momenti in cui far conoscere a tua sorella, non so, il modo in cui passavi tu il tempo da piccolo? Facendole vedere come giocavi? O la lasci in balia della tecnologia?

A presto caro lettore Anonimo SB.

...ma “SB” cosa simboleggia?

2 years ago

NESSUNO.

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appunti di campo

|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|

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