I nuovi principi di sicurezza della National Space Council sono stati redatti con l'obiettivo di aiutare a difendere i sistemi spaziali americani e le infrastrutture critiche dalle minacce informatiche. La Space Policy Directive-5, o SPD-5, promuoverà pratiche all'interno del governo e delle operazioni spaziali commerciali.
Esempi di attività informatiche dannose per le operazioni spaziali includono lo spoofing dei dati dei sensori, l'inceppamento di comandi non autorizzati per la guida e il controllo, codice dannoso e attacchi denial-of-service.
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Cyber attacchi 2020: il dominio cibernetico assume sempre più rilevanza nelle dinamiche della politica internazionale. Il cyberspazio è diventato un dominio globale sul quale il potere e gli Stati vorrebbero imporre la propria sovranità, con la possibilità di variarne la mappatura: dopo terra, mare, aria e spazio extra-atmosferico, il cyber spazio rappresenta la quinta dimensione della conflittualità.
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Il cyber spazio è divenuto nuova frontiera per le cyber spie e le operazioni di web intelligence: le ultime tecniche usate, anche se non nuove, sono state quelle di mimetizzazione informatica "false flag" come quelle scoperte dal National Cyber Security Center, in cui Mosca ha usato come cavallo di Troia le operazioni nel web dell’intelligence iraniana.
Spionaggio a parte, sulla guerra cibernetica abbiamo ancora molto da imparare: esiste la questione delle diverse percezioni delle regole concordate. Questo è evidente quando, circa dieci anni fa, gli Stati Uniti fecero ricorso al sabotaggio cibernetico anziché ai missili per distruggere diverse installazioni nucleari iraniane: l'Iran rispose con attacchi informatici, distruggendo almeno 30 mila computer in Arabia Saudita e creato seri danni alle banche statunitensi. Sotto questa luce una stabilità strategica nel cyberspazio sembra difficile da mantenere.
La consapevolezza della rilevanza strategica del cyber spazio emerge nel documento "National Strategy to Secure Cyberspace" approvato dalla Casa Bianca nel 2003. Il documento paragona il cyber space ad un “sistema nervoso – il sistema di controllo del paese – composto da centinaia di migliaia di computer interconnessi, server, router, cavi in fibra ottica che permettono alle nostre infrastrutture critiche di lavorare. Così, il sano funzionamento dello spazio cibernetico è essenziale per la nostra sicurezza nazionale”.
Il rischio di cyber attacchi tra Usa e Iran è aumentato dopo l'uccisione del generale Soleimani ma già nel 2019 gli Stati Uniti hanno effettuato un'operazione cibernetica segreta contro l'Iran (che ha negato il suo coinvolgimento) in seguito agli attacchi del 14 settembre contro le strutture petrolifere dell'Arabia Saudita, come ha riportato Reuters. Il gruppo militante Houthi allineato all'Iran nello Yemen ha ne invece rivendicato la responsabilità. Durante tutto il 2019 gruppi di hacker iraniani hanno ripetutamente attaccato vari obiettivi negli Stati Uniti: l'obiettivo principale di questi attacchi è stato cyber-spionaggio, parte invece sono legati alla criminalità informatica.
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CyberSecurity360 ha pubblicato nei giorni scorsi tutti i dettagli tecnici e i consigli per mitigare i rischi di un possibile attacco della nuova variante della botnet GoldBrute che sta prendendo di mira i server RDP (Remote Desktop Protocol) in tutto il mondo: lo scopo è trasformarli in altri bot ai comandi dei criminali informatici. La pericolosa variante è stata scoperta in Italia dagli analisti di CybergON business unit di Elmec Informatica, che affermano che alcune parti di codice malevolo non ancora completamente operative.
Tutti i dettagli su: Cyber Security 360 – GoldBrute, la nuova variante della botnet ha già colpito 4 milioni di server RDP
Tra le ultime notizie che hanno accesso varie controversie c’è l’attacco subito dalla canadese LifeLabs. La portata dell’attacco ransomware in Novembre ha portato l’azienda a pagare il riscatto per proteggere i dati sensibili di circa 15 milioni di utenti. LifeLabs esegue infatti ogni anno milioni di test di laboratorio e il bottino dei criminali informatici conteneva, oltre ai soliti nomi, indirizzi fisici, e-mail, password, date di nascita, i numeri di tessera sanitaria e i risultati dei test di laboratorio dei propri pazienti. La decisione di pagare il ricatto è così stata presa per poter rientrare in possesso delle informazioni sottratte evitando così divenissero pubbliche.
La storia di LifeLabs è piuttosto controversa, a partire dal fatto che non è la prima volta che un’azienda capitola di fronte ad un attacco ma soprattutto perhè la conseguenza potrebbe essere quella di incentivare atti emulativi.
In questi ultimi giorni però, gli sviluppatori di Maze, uno degli ultimi ransomware, hanno appunto pubblicato un sito dove per chi non cede alle estorsioni vedrà pubblicato la data dell’attacco, i nomi dei propri file, i volumi dell’archvio, l’indirizzo IP delle macchine attaccate e così via.
Convergenza tra sicurezza informatica e sicurezza fisica significa unire due entità che se lasciate separate diventano oggi deboli mettendo a rischio ognuno di noi.
Inoltre, le organizzazini pubbliche e private che le uniscono, nello stesso dipartimento, hanno sicuramente dei vantaggi sia in termini di efficienza che di efficacia. Efficienza poichè, dovendo interagire con un "unico team" i processi vengono semplificati, in questo mood la produttività viene semplificata e migliorata. Efficacia perchè le competenze multidisciplinari unite "sotto ad un unico tetto" collaborando sono in grado di affrontare il panorama di vulnerabilità e minacce al meglio.
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Telegram, l’app del pietroburgese Pavel Durov – secondo una ricerca – sembra che stai emergendo come nuovo dark web per i criminali informatici. La ricerca è della società di sicuerezza Cyberint – insieme al Financial Times – che ha scoperto canali con decine di migliaia di abbonati.
L’esplosione dnell’utilizzo di Telegram è stata provocata, secondo lo studio, dai recenti cambiamenti in uno dei suoi concorrenti: WhatsApp, ora proprietà di Facebook.
Mentre Telegram e WhatsApp sono entrambe destinazioni popolari per coloro che cercano maggiore privacy nelle loro comunicazioni digitali – le due piattaforme offrono una qualche forma di crittografia end-to-end – la nuova politica sulla privacy di quest’ultima, anche se assediata, ha reso la piattaforma meno attraente per i cirminali informatici.
Tal Samra, analista delle minacce informatiche di Cyberint ha affremato: “Di recente abbiamo assistito a un aumento del 100% dell’utilizzo di Telegram da parte dei criminali informatici”.
La notizia giunge anche nel momento in cui molti in Russia definiscono “un momento spartiacque” la sospensione dell’accesso alle raccomandazioni di voto anti-governativo diffuse dal team di Aleksej Navalyj in occasione delle parlamentari. Dopo Google e Apple è stata la volta dell’applicazione di messaggistica istantanea Telegram che ha annunciato che avrebbe bloccato tutti i servizi associati alla campagna elettorale, incluso il “Bot” del Voto intelligente: il canale automatizzato che raccomandava il nome da votare in base al seggio.
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Cina e cyber spionaggio: la criminalità non sarà più la norma, gli hacker saranno statali
Protetti dall’azione penale dalla loro affiliazione con il Ministero della sicurezza di Stato cinese (MSS) — afferma TechCruch — i criminali trasformati in hacker governativi conducono molte delle operazioni di spionaggio cinese anche se nelle intenzioni di Pechino c’è quella di avvalersi di nuove leve e pool di talenti non contaminato. Tra gli obiettivi infatti del presidente Xi vi è quello di ridurre la corruzione, prendendo di mira le relazioni tra gli hacker a contratto e i loro gestori, in un’ampia campagna rivolta all’anti-corruzione.
Si prospetta una Cina diversa da quella di oggi?
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Secondo il report di TrendMicro , l’Italia è il paese più colpito al mondo, almeno per quanto riguarda le cifre relative al 2019 per quanto riguarda gli attacchi ransomaware. Su scala mondiale, invece, il nostro paese, è settimo per ciò che concerne malware e quarto per macromalware. Ultimamente un approccio più mirato dei ransomware ha permesso tecniche più mirate volte a costringere le organizzazioni a cedere alle richieste di ricatto. L’efficiacia relativa all’evoluzione delle nuove tecniche utilizzate è stata dimostrata – a livello globale – da una serie di attacchi rivolta ad entità governative.
Ma c’è stato un ulteriore e importante sviluppo: la formazione di “alleanze” tra gruppi di ransomware. TrendMicro ritiene che, nel novembre del 2019, gli operatori dietro a Ryuk abbiano lanciato l’attacco dall’ufficio dei servizi tecnologici della Lousiana stessero lavorando come fornitori access-as-a-service. [leggi l’art. integrale]
Lista dei ransomware nel mese di Aprile 2020 su Andrea Biraghi: ransomware 2020 cosa sta accadendo
Dopo pochi giorni dall’incursione informatica nel sistema idrico israeliano, un attacco hacker “altamente accurato” ha bloccato il porto di Shahid Rajaee sul Golfo Persico. L’Iran nega di aver compiuto il primo attacco che non sarebbe nemmeno andato a buon fine, ma la risposta di Israele – se è stata una sua risposta – sembra avere un significato con un messaggio preciso: le infrastrutture civili sono un obiettivo inaccettabile per il cyber. La notizia del contrattacco israeliano è stata data dal Washington Post. Siamo in una nuova frontiera, dove il cyberspazio non è più un dominio separato da quello fisico.
Fake News: perchè vengono create?
Notizie false, informazioni inganevvoli, prontamente confezionate per influenzare l’opionone pubblica. Un fenomeno che in questi anni ha subito una crescita esponenziale e che mette a rischio la stessa informazione. Non manca chi da queste “bufale” trae profitto, per fare soldi in minor tempo possibile e sfruttandone tutti i meccanismi che stanno dietro.
Andrea Biraghi: Fake News: la soluzione di contrasto alla disinformazione
L’attacco ransomware ai segreti industriali di Apple Inc. è accaduto martedì, mentre si stavano rivelando l’ultima linea di iPad e i nuovi iMac: il gruppo ransomware REvil, noto anche come Sodinokibi, ha pubblicato un blog sul suo sito darkweb in cui affermava di essersi infiltrato nella rete di computer di Quanta Computer Inc.
La società Quanta Computer, con sede a Taiwan è un fornitore chiave di Apple, e produce principalmente Macbook ma anche prodotti per aziende come HP Inc., Facebook Inc. e Google di Alphabet Inc.
La notizia dell’attacco a Quanta è stata così commentata da Justin Fier, Director for Cyber Intelligence and Analysis di Darktrace:
“Con la notizia appena diffusa dell’attacco a Quanta, possiamo ormai essere certi che le supply chain digitali rappresentino un vero e proprio paradiso per gli hacker. Oggi, i dati critici di un’azienda sono fluidi, spesso gestiti al di fuori dell’organizzazione stessa. Questa incredibile complessità offre a chi ha intenti criminali molti punti di vulnerabilità da poter sfruttare. (Apple: progetti inediti rubati durante un attacco hacker — Fonte: BitMat.it)
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Leonardo Cyber Security e NATO: le minacce informatiche alla sicurezza stanno diventando non solo sempre più frequenti ma complesse, distruttive e coercitive.
L’obiettivo della NATO e dei suoi alleati è quello però quello di adattarsi a al panorama delle minacce informatiche, affidandosi a difese sempre più forti e resistenti per gestire i rischi e soprattutto la sicurezza. Leonardo collabora con l’agenzia NCI dal 2012 per proteggere le infrastrutture dei sistemi di comunicazione e informazione della NATO. Non è poco, perché Leonardo è a tutti gli effetti il “cyber defence mission partner” della NATO, alla quale garantisce servizi di protezione dalle minacce informatiche in tutto il mondo (oltre 70.000 utenti). Nel 2016 Leonardo e NCIA hanno firmato l’IPA (Industrial Partnership Agreement), un accordo di partnership industriale per condividere informazioni sulla sicurezza informatica.
Il nuovo accordo, invece, che porta il nome di “NCIRC — CSSS” (NATO Security Incident Response Capability — Cyber Security Support Services) riguarda le attività di sicurezza cibernetica erogate da Leonardo (ex Finmeccanica) nell’ambito del programma NCIRC — FOC (Full Operational Capability). Ovvero, per altri 18 mesi vengono estesi servizi di protezione per supportare e aumentare la resilienza dell’Alleanza Atlantica nello svolgimento della propria missione in circa 29 paesi. Parallelamente NATO e UE stanno rafforzando la loro cooperazione in materia di difesa informatica, in particolare nei settori dello scambio di informazioni , formazione, ricerca ed esercitazioni.
La difesa informatica, infatti, fa parte del compito principale della NATO di difesa collettiva: nel luglio del 2016, gli Alleati hanno infatti riaffermato il mandato difensivo della NATO, riconoscendo il cyberspazio come un dominio di operazioni in cui bisogna difendersi con la stessa efficacia che ha in aria, a terra e in mare.
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Protezione dati sensibili: nuovi cyber attacchi mettono a rischio non solo le pubbliche amministrazioni, le infrastrutture e le banche ma anche le strutture sanitarie. Gli attacchi riescono a bypassare i controlli di sicurezza dei firewall, così da avere facile accesso ai dati sensibili archiviati sui server Web.
Dal rapporto Clusit 2019 emergono dati preoccupanti: i data breach riguardano i dati sensibili dei pazienti, comprese le loro cartelle cliniche. «La sanità è uno dei settori nei quali gli attacchi sono cresciuti molto di più rispetto all’anno precedente – spiegano Andrea Zapparoli Manzoni, che fa parte del Consiglio direttivo Clusit e Sofia Scozzari, del Comitato scientifico – perché i “cattivi” colpiscono dove è più facile avere successo. Questo è il segnale eclatante che il settore deve mettere in campo strategie di risposta adeguate e lo deve fare in fretta».
Andrea Biraghi ex capo divisione Cyber Security Leonardo ex Finmeccanica, ora CEO Gruppo Comdata. Ex Amministratore Delegato E-Security e Cyberlabs,
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