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Sto aspettando un suo messaggio, una sua chiamata. Sto aspettando che mi risponda. Ma lui, a quanto sembra, è troppo preso. È “occupato”, non può preoccuparsi certo di me adesso. Eppure, se la facessi finita, lui piangerebbe e, tenendo il mio corpo senza vita tra le sue braccia, mi chiederebbe scusa una, due, cento volte. Sono due mesi che aspetto un suo messaggio, una sua chiamata. Abbiamo litigato. L'ultima volta che si è degnato di rispondere è stato per ribadire che lui “non è arrabbiato”. E poi niente. Vani tentativi di farmi notare, di chiamarlo, di scrivergli; se una persona vuole ignorarti, lo fa. Chissá, magari non capisce quanto mi faccia male. Oppure, lo sa benissimo.
Buon quinto “mesiversario” a me e all'amore della mia vita che, a quanto pare, non sembra piú essere interessato alla cosa.
Sai, l'amore è qualcosa di raro. Il nostro è unico. C'è divertimento, ci sono coccole, c'è un rapporto speciale con una persona speciale, ma sopratutto c'è fiducia. Ho fiducia in te. Quando mi hai baciato per la prima volta su quella panchina, ho avuto fiducia in te. Quello era il mio primo bacio. Quando ti ho parlato dell'attacco di panico, ho avuto fiducia in te. Mi hai consolato, mi hai stretto a te, hai asciugato le mie lacrime. In qualunque momento, ogni volta che ci siamo baciati, presi per mano, coccolati o anche solo guardati, io ho avuto fiducia in te. Tu adesso pensi che in qualche modo dubiti di te. Ma non potrei. Per me, non c'è amore se non c'è fiducia. E io mi fido di te.